Ostuni
Un sogno…
sospeso
tra cielo e terra…
Case
Ingiulebbate
Cumme li fresedde de la zita
(come i dolcetti di una sposa)
A volte mi chiedo come sarebbe Ostuni senza la bianca collina, senza le sue case strette in un abbraccio tenace e fidente intorno al tempio divino,le une e l'altro quasi in ascesa mistica e devota verso il cielo. Il mio pensiero va ai tempi che furono, alle fatiche dei nostri avi, alle cose belle e buone per le quali lottarono, alla loro fede nel divino, nella terra bagnata dal sudore, nella famiglia e, ogni volta, persa nella magia del suo incanto, raccolgo l'alito d'amore dei nostri antenati che nella bianca collina palpita ancora.
Dal vento favonio sospinta
sull’onde increspate del mare
ai lidi messapi approdasti,
o bianca vestale.
Il verde silenzio ti accolse
sui taciti fianchi del colle
e il piano di tutti gli ulivi
regina ti volle.
Sciogliesti la candida veste
che ancora ti rende più bella,
tessuta di gocce di luce
ti adorna e ingioiella.
Ti guarda il passante e sospira,
il figlio ti porta nel cuore,
per te si rabbuffano i venti
gelosi in amore.
E quando si acqueta la terra
e il fremito tace d’incanto
ti intona il respiro dei campi
un tenero canto.
D’estate tu ascolti rapita,
siccome in un sogno sospesa,
le tremule note dei grilli
nell’arida attesa.
Al tenero soffio dei zefiri
ti ammanti di nuova malia.
nel bianco vestito da sposa
diventi poesia.
Allor che il mattino si desta
e i campi percorre una brezza
e un nembo di effluvi odorosi
si spande ed olezza,
il sole ti indora la veste,
la brezza ti scioglie i capelli,
ti sparge la fresca rugiada
di roride perle.
E quando al riposo ti affidi
allor che la sera discende,
su te una trapunta di stelle\sogni
il cielo distende.
E, mentre tu placida dormi,
risplende il diadema regale
del palpito di mille luci
al raggio lunare.
Sparso sul monte come un piccol gregge
Come un bimbo avvinto a sua madre
Il mio paese nel silenzio si immerge
Come benedizione di un padre
Sui tetti il tocco dell’ave scende
Tutto è avvolto da un dolce mistero
Sotto il bacio della luna nascente
Una cornice di un bel verde nero
Racchiude il mio paese che ora dorme
Cullato dal verde fruscio.
Tutto è silenzio, non di passi orme,
non trilli, non di voci un brusio.
Solo un cane a sua natura conforme
Vaga fiutando tra casa e pendio.
Lucia, che gestiva un negozio di tutto e di più nei pressi di casa mia, entrò per lunghi anni nella storia della mia famiglia, soccorrendoci nostri tanti bisogni quotidiani e risolvendoci problemi di improvvisa necessità…. matite, quaderni, cotone, calze, maglie, pantofole e quant’altro.
A lei dedicai questi versi in occasione del suo pensionamento.
Allora che il cuore torna ai ricordi
si volge a te grato, donna Lucia.
Non lo sapevi, ma adesso lo dico,
padrona tu eri di casa mia.
Non c’era giorno, momento, occasione
che tu invocata non fossi a ragione.
Se negli armadi mancava qualcosa
nella cartella, a scuola, in cucina,
mio figlio diceva: ci vuole Lucia,
mia figlia aggiungeva: su corri fa’ in fretta.
Io ti confesso, signora Lucia,
tu mi irritavi perché nel bisogno
per loro tu eri il solo rifugio.
Adesso che gli anni sono passati
sai cosa dico alla bella brigata?
È stata dura, ragazzi, è passata…
ma per fortuna che c’era Lucia.
Io mi ricordo il trambusto per casa
quand’uno piangeva e voleva qualcosa,
l’altro chiedeva quaderni e colori
e chi voleva le calze e i bottoni …
c’era da fare i regali a Natale,
comprare i vestiti per carnevale…
che grande fatica, madonna mia!
ma per fortuna che c’eri, Lucia.
Ancora adesso che sono da sola
e i figli, cresciuti, non sono più a casa,
quando mi manca o non trovo qualcosa
risento ancora la voce che dice:
su sbrigati, corri… e va’ da Lucia.
Sorrido e ripenso ai giorni passati,
quando annotavo sul foglio di carta
quel poco e quel tanto che mi mancava.
Sul foglio vuoto quest’oggi ti scrivo:
Grazie, sì grazie, signora Lucia.
Vi racconto come fu, come non fu, che scoprii la ricetta di lunga vita nel centesimo anno di età di Ida, Maria e Nunziatina in Ostuni al Focolare, residenza per anziani che frequentavo spesso per incontri culturali e intrattenimenti vari.
- Pronto, signora, pronto… ascolti un po’…
A giorni al Focolare festeggiamo…
Signora, sa…da lei… scusi… vogliamo…
Tre care amiche… insomma sa com’è
l’incarico hanno dato proprio a me –
Parole smozzicate e senza senso
Andava raccogliendo or che ci penso.
Pareva non avesse tutto il fiato
per tirar fuori quel ch’era impigliato.
- Suor Angiolina, orsù, coraggio… via…
per lei farò qualunque cosa sia…
Sarò felice d’esserle d’aiuto…
Mi chiama Iddio ed io non mi rifiuto –
Suor Angiolina prese tutto il fiato,
quello che prima s’era risparmiato
e senza dirmi il come, il quando e il quale
mi diede questo compito ufficiale
di celebrare in versi il compleanno
di tre signore che cent’anni fanno.
Suor Esterina - quanto iddio è potente! -
tu mi aggiungesti quasi immantinente
un lungo elenco pien di autorità
per risvegliare in me la vanità.
- Sua Eccellenza verrà qui in persona,
il nostro caro padre qui ci onora
e tutti quanti i nostri superiori
d’ogni dove verranno, anche di fuori…
Suor Bartolomea sarà presente
dalla cui volontà espressamente
decisa è stata questa gran giornata
per vivere in preghiera questa data!
Le autorità ecclesiastiche verranno…
Quelle civili anche ci staranno…
Parroco, sindaco e conoscenti
saranno tutti quanti qui presenti –
Dinanzi a questa lista sciorinata
Confusa mi sentii ed onorata.
Presi la penna, il foglio e di volata
a intervistar le nonne sono andata.
E quando al Focolare mi trovai
sapete voi tra me quel che pensai?
- Ho fatto bene ad accettar l’invito.
Il premio avrò, a compito finito,
d’aver carpito la ricetta avita
del gran segreto della lunga vita.
E mi sentii un ladro al cominciare
Con la licenza in tasca di rubare.
Ida incontrai, Maria e Nunziatina…
Parlai con tutte… a loro fui vicina.
Così, celando quella mia intenzione,
tenni con loro la conversazione.
Le aiutai a scavar nella memoria
per sapere da ognuna la sua storia.
Mi chiederete- cosa venne fuori? -
Son qui venuta a dirvelo, Signori.
L’una i suoi giorni visse con amore,
in obbedienza a Dio, nostro Signore,
l’altra dal suo lavoro sempre stretta,
l’altra impegnata come suffragetta.
Se l’una scelse di non mai sposarsi
e l’altra tutta alla famiglia darsi,
la terza volle a nozze convolare
a patto di lasciarla lavorare.
L’una donava e nulla mai chiedeva
Le altre fur pronte a chi bisogno aveva.
Tre ritratti di vite assai diverse
Ma del segreto nulla mai emerse.
- ma non c’era qualcosa… proprio niente
che oggi – chiesi – non vi viene a mente? -
- Il mondo è sempre stato tale e quale
Togli e metti, è rimasto tutto uguale -
- Ma forse qualche cosa c’era allora
a conferirvi tanto spirto ancora -
- Signora, non lo so cosa vuol dire!
Quello che fanno tutte ho fatto anch’io
e sempre ho detto ti ringrazio Dio –
- Anch’io, signora, ho sempre lavorato
E nel Signore ho sempre confidato –
- Se proprio vuol sapere qualchecosa
sappia che vissi e mai non ebbi posa.
Se ancor me lo chiedeste tutti quanti
farei molti lavori ancora tanti -
Un lampo mi si accese all’improvviso.
La gioia manifestai con un sorriso
d’aver carpito alfine la ricetta
quella di lunga vita cosiddetta.
Invero in questo sta il segreto allora
alimentar la vita sempre ognora
con l’olio sacrosanto dell’amore
ed il lavoro in nome del Signore.
Ai fondatori del villaggio SOS di Ostuni, Hermann Gmeiner, Pietro Lacorte e Imma Unterrichter.
E deste un cuore alla vostra follia!
Tu, Hermann,
lungimirante visionario,
tu, Imma,
madre inesausta,
e tu, Piero,
impenitente sognatore,
deste vita
al vostro fuoco d’amore
Un fuoco che scalda
Illumina e conforta
Un fuoco che racconta
di lacrime asciugate
dolori leniti
sogni riaccesi
gioie donate.
Un fuoco
che parla di voi
che parla d’amore
Amore!
Il solo
il vero
Pane di vita.
Dietro richiesta di un’amica, socia fondatrice del villaggio SOS di Ostuni, compongole parole per un inno a questa comunità benefica di volontariato, diramata in tutto il mondo, che ha lo scopo di ridare una famiglia ai bambini meno fortunati.
Questa è la nostra
una grande famiglia
fuoco inesausto
che scalda e ristora.
L’amore suo
non ha frontiere
accoglie tutti
e nulla mai chiede.
Nata dal cuore
di un grande uomo
aiuta noi figli
ad aprire le ali
a cogliere il sogno
che porti a volare.
Come sorgente
rinfranca e disseta
La nostra casa
conforta ed acqueta
Ci guida per mano
lungo il cammino
a trovare il sorriso
ad amare la vita.
Questa è la nostra
una grande famiglia
fuoco inesausto
che scalda e ristora
L’amore suo
non ha frontiere
Accoglie tutti
e nulla mai chiede.