Signore, mi hai eletta donna.
Mi hai elevata a nobile ricettacolo di vita,
mi hai prescelta a custodire,
plasmare la vita che approda alla luce
e da te si perpetua.
Ti ringrazio, Signore, per avermi prescelta
a fattrice dell’umanità.
Nel mio grembo è concepito il grande,
il saggio, l’umile, lo scienziato,
dal mio sangue egli trae nutrimento
dai miei palpiti l’impulso alla vita
dal mio seno il primo alimento.
Ti ringrazio, Signore, per avermi eletta donna.
Mi hai voluta compagna nel dare la vita…
Mi hai voluta a squarciare le tenebre del nulla.
Ti ringrazio, Signore, per avermi prescelta a fattrice dell’umanità
Il mio seno è rifugio per il bimbo che piange
È conforto per l’uomo che ama
È pace per il figlio che muore
Di me si nutre il canto dei profeti
In me confidano le invocazioni accorate
Ti ringrazio Signore per avermi creata donna.
Ho voglia di tenerezza.
Lasciatemi,
come un nulla dimenticato,
rannicchiata In un angolo,
stanca,
a mendicare, tra i ricordi,
la mia voglia di tenerezza!
Non sono sola, sono in compagnia
di questa cara immagine obbediente.
Dinanzi a me, riflessa nello specchio,
fa quel ch’io faccio e non si oppone a niente.
Mi guarda con lo sguardo mansueto,
si muove solo se mi muovo anch’io,
ha l’aria stanca e nel suo volto queto
smarriti ha gli occhi in una pena antica.
No, non son io quest’immagine amica
velata di mestizia e di tristezza.
Sul volto io le leggo la fatica
lontana nel ricordo eppure viva.
La guardo. Sì, mi guarda intensamente...
È lei, mia madre, che è tornata in vita,
a me è tornata stanca ma paziente
di lontano a lenirmi la ferita.
È tornata a cantarmi il dolce canto,
il canto dolce della culla mia,
ad asciugarmi col suo amore il pianto
a dirmi: “su, rialzati, bambina!
Lassù nel cielo brilla sempre il sole.
Coraggio, su, riprendi il tuo cammino!
Sei vecchia e stanca ma non ti fermare,
sei la mia bimba ed io ti sto vicino!”
Risuonano le note del suo canto,
confortano una bimba che è smarrita.
La pena mia si scioglie in dolce pianto,
sorrido... Mi sorride mamma mia!
È mamma ogni donna
che accoglie e che ama.
Lì dove c’è amore
c’è sempre una mamma.
Custodia di vita,
fucina d’amore
ai sogni caduti
ridoni l’ardore
Ti chiese il buon Dio
di essergli madre,
di stringerlo al petto,
tenergli la mano.
E madre tu fosti
a dono compiuto,
per fuoco d’amore
e scelta del Tutto.
Acqueta il tuo seno,
dà forza e coraggio.
Sei luce che brilla,
sei donna, sei madre.
È mamma ogni donna
che accoglie e che ama.
Lì dove c’è amore
c’è sempre una mamma
Pianto di una madre per il figlio morto nella strage di Nasiriya.
Quando l’ultima fanfara
avrà singhiozzato il suo pianto
e il vento avrà dato l’ultima carezza
ai petali sfioriti…
Quando il tricolore non svetterà più a mezz’asta,
lasciate che il silenzio ci avvolga
che lo strazio pietoso mi divori
che la piena dei ricordi
percorra le mie viscere insanguinate
a risvegliare il suo primo vagito
a riportarmi le sue gioie
a ricordare le sue pene.
Lasciate che io risenta
la sua voce sussurrarmi
- Tornerò… Ti voglio bene, mamma! -
Lasciate che io corra laggiù
a tergergli il sangue
che non gli ho asciugato
a carezzargli il viso
che chiede ancora una mia carezza.
Lasciate che io raccolga i suoi sogni
per vagheggiarli nella mia struggente pazzia
Lasciatemi sola con lui!
Che il silenzio ci avvolga…
Che lo strazio pietoso mi divori!