Non senti l’antica magia
di un canto gioioso di festa?!...
Non senti l’ebbrezza innocente
del cuore tornato bambino?!
Non senti quest’onda che sale,
si gonfia, tracima impetuosa
la voglia struggente di amare
nel petto ancor molle di pianto?!
Ascolta… La turgida zolla
si rompe al tepore del sole,
la terra si scrolla di dosso
il gelido, greve torpore.
Trascorre la linfa nei tronchi,
tintinna il cristallo nel rio…
Un brivido, un dolce tremore…
La tumida brocca si schiude.
Andiamo… nel nido c’è amore,
un trillo ed un tenero frullo…
Nell’aria fragrante di odori
si scaldano e inebriano i cuori.
Su vieni... Corriamo nel cielo…
Cantiamo, inneggiamo all’amore!
Danziamo leggeri, sì come
libellule e petali d’ala…
E’ primavera!
Sulle viridi gemme
di andate primavere
l’ amico sole
disciolse i suoi colori
Era quella
la mia primavera.
Sulle care illusioni
dei sogni mai sopiti
la luce ognor distende
la speme sempre amica.
Con lei ritorna ancora
la primavera mia.
Ancora mi ridesto
al verde suo risveglio
e insieme a te, natura,
respiro i dolci effluvi
dei campi tuoi ridesti.
Dai tronchi a me trascorre
la linfa della vita.
Risento in me il piacere
del cuore mio che freme
Rinasce in me la voglia
di vivere e di amare.
Son io, son io Virente
e fresca creatura.
Respiro la tua vita
nell’aria primigenia,
conosco nei tuoi campi
l’eterna giovinezza,
nel cielo d’alabastro
lo smarrimento antico,
l’amore tuo, mio Dio,
negli occhi di un bambino.
Rinasce in me la voglia
di vivere e di amare…
Prendiamoci per mano…
Danziamo intorno al mondo…
Cantiamo il nostro canto
d’amore e di speranza.
Ritorna primavera
con lei torna la vita!
È tornata primavera…
Sento il respiro dei campi
lo stupore delle foglie
il fremito della vita
nel brivido del risveglio.
In quest’aria diamantina
c’è il sapore dei miei sogni
nelle gemme iridescenti
la giovinezza eterna
nello sguardo di un bambino
c’è l’antica tenerezza.
Sento in me la frenesia
di cantare… di danzare…
Voglio cantare alla vita
il canto gioioso dei bimbi.
Cantiamo in uno con loro
insieme stretti per mano
il nostro canto alla vita.
Cordata d’amore
Ti amo, madre terra,
Inesausta e generosa partoriente.
Tu che dai vita
senza nulla mai chiedere.
Ti amo, albero amico.
Tu che ti doni
senza nulla mai chiedere
ti amo sorella acqua
tu che abbeveri e ristori
senza mai nulla chiedere.
Ti amo fratello sole
Tu che illumini e riscaldi
Senza mai nulla chiedere
Ti amo fratello E t’ amerei tanto più anccora
Se fossi anche tu un anello
In questa cordata d’amore.
Nel sole immoto\pirgo
Del meriggio estivo
Col tuo silenzio
Mi parli d'amore.
Nell'aria sospesa
L'eco d'un canto
Fluttua e si strugge
Di malinconia.
Tu parli tacendo
Parole d’amore.
Rapito nel sogno
ascolta il mio cuore
l’arpeggio sommesso
del vento che tace…
Nel greve languore
La terra smarrita
Raccoglie le note
Del tenero canto
che inebria il mio cuore
e lo porta lontano.
Sperduta e leggera
In questa magia
Mi sciolgo in un bacio
E piango d’amore.
È fresca e dolce l’aria del giardino
in questa primavera settembrina.
Ha in sé il sapore di un lontano aprile
che inebria i cuori della sua magia.
Senti?
Il profumo sottile delle rose,
struggente e dolce come il primo bacio,
ridesta malandrino antichi sogni
e scioglie il cuore mio di nostalgia.
Ascolta.
Il vento che sussurra si fa voce,
amica e di conforto come il pianto.
Voce accorata d’un tempo lontano
che canta la dolcezza dell’aprile.
Ricordi?
Il cuore in boccio come queste rose
schiudeva i sogni suoi al primo sole
e trepido aspettava il primo amore
per intonare il canto della vita.
Senti?
La melodia soave di quel canto
risuona negli effluvi del tramonto
e l’alito del vento, come allora,
illude al sogno questo vecchio cuore.
Socchiudi gli occhi e ruba, anima mia,
ruba quel bacio che non hai più dato
a quell’ amore che non hai vissuto
e ancor t’inebria e non sa dirti addio.
Non senti l’antica magia
di un canto gioioso di festa?!...
Non senti l’ebbrezza innocente
del cuore tornato bambino?!
Non senti quest’onda che sale,
si gonfia, tracima impetuosa
la voglia struggente di amare
nel petto ancor molle di pianto?!
Ascolta… La turgida zolla
si rompe al tepore del sole,
la terra si scrolla di dosso
il gelido, greve torpore.
Trascorre la linfa nei tronchi,
tintinna il cristallo nel rio…
Un brivido, un dolce tremore…
La tumida brocca si schiude.
Andiamo… nel nido c’è amore,
un trillo ed un tenero frullo…
Nell’aria fragrante di odori
si scaldano e inebriano i cuori.
Su vieni... Corriamo nel cielo…
Cantiamo, inneggiamo all’amore!
Danziamo leggeri, sì come
libellule e petali d’ala…
E’ primavera!
Una forza prepotente
un’impetuosa voglia di vivere
un’onda rigonfia
di mille spiriti rigeneratori
Gioia, vigore, amore
in ressa tumultuosa
nel petto mi fanno leggera
Leggera…
Leggera mi libro nell’aria
tersa come cristallo
pura come il mio sogno
Leggera plano
sul prato verde sconfinato.
Giovani felici
in mille cose intenti
giocano sul prato verde
sconfinato
Corrono sul dorso lucido
di fieri cavalli
Rincorrono la palla
destinata al canestro…
Palleggiano… colgono il segno
saltano con l’asta
il petto vigoroso
i muscoli tesi
gli occhi pieni di vita.
Improvvisa
una folata
un urto violento
mi strappano lontano.
Disperata turbino
tra blocchi di cemento
freddi giganti mostruosi
Veloci, uguali, metalliche,
impietose, scorrono
mille lastre di vie
su cui Indifferenti si incrociano
mille e ancora mille
automi di lamiera.
Una nuvola nera
acre e mefitica
di odori e rumori
si leva
Disperata batto i pugni
contro i muri freddi
che inscatolano
gente pallida di morte
Muta
gli occhi attoniti
sul deserto di pietra
Le membra flaccide.
Batto i pugni
La nuvola nera sale
ad avvolgermi
Batto e grido
- Ridatemi il mio verde
Ridatemi la vita
Non chiudetemi prigioniera
In queste tombe di cemento
Non uccidete la mia vita
Prego e grido
Nessuno mi ascolta
In quel deserto di cemento
l’uomo è cemento
è l’automa di lamiera
C’è solo il mio singhiozzo
nell’indifferenza morta
solo la mia preghiera
che la nuvola inghiotte,
la mia preghiera
che non vuol morire
che gorgoglia e cerca luce
Tu che ancora sei vivo
raccogli pietoso
i frammenti del mio sogno infranto
Ricomponili
in un lembo di terra
perché abbia diritto alla vita
il bambino che nasce.
Questo sole che mi riscalda ancora
nella sera che placida declina
è lo stesso che presso il fiume allora
mi fu amico nei giochi di bambina.
Io giocavo e lui pure a rimpiattino,
occhieggiando nei liquidi diamanti
si celava qua e là quel birichino
nei riflessi dell’acque rutilanti.
Penetrava sornione nel mio cuore
colorava con l’oro i sogni miei
e col verde dei bocci quel pittore
dipingea di speranze i giorni miei.
Questo sole che mi riscalda ancora
nella sera che placida declina
inseguire mi vide anche allora
i miei sogni quand’ero signorina.
Con la luce abbagliante ed il calore
un’indomita forza egli mi dava,
mi spingea con le molle dell’amore
a salire su in alto dove stava.
I miei sogni prendevano colore,
ogni speme sembrava a me più vera.
Nell’andare io non persi mai vigore.
Quanto sole in quella primavera!
Questo sole che mi riscalda ancora
nella sera che placida declina
nei colori del tramonto anche ora
mi accompagna a discendere la china.
Qualche sogno si è perso per la via,
qualche altro è nascosto nel mio cuore,
ci son quelli rubati per magia
e c’è ancora qualcuno che non muore.
C’è pure quel sogno che si è infranto
ma in quest’ora che cala lentamente
sui frantumi questo sole per incanto
sparge ancora la sua luce impenitente
Fluidità di note argentine
si leva dal mio animo ebbro
Ebbro di sole, di vita
di verde, di luce.
Fluidità di note impazzite
si leva dal mio cuore appassionato.
Il mio cuore innamorato
si perde nell’estasi della natura.
Sole… verde… brillio
Bere…bere.. bere
Bere tanta felicità
Correre…correre…correre
Stringersi ansante all’albero
Bere tanta gioia
Sotto il sole
Il sole
Uccelli… odore di campi
Di sole… di vita
Bere… bere la vita
Voglia di infinito,
voglia di bere
un calice di felicità
di stringere l’infinito
al petto
di rubare smeraldi
alle foglie,
diamanti di luce
al cielo,
per riempire
l’evanescenza
delle mie illusioni
Austero e silente
araldo di pace
paterno tu vegli
su questa collina
e doni inesausto
la liquida ambrosia
che ad ogni pietanza
aggiunge delizia.
Abbracci pietoso
gli uccelli e il viandante
ci nutri d’amore
ci canti la pace
Sole… verde… brillio
Gocce di luce
Diamanti iridescenti
Bere…
Bere tanta felicità
Correre…
Correre all’abbraccio
dell’albero amico
Inebriata
vivere il sole
le tenere note
gli odori di terra
Vivere
Vivere la vita
nello stupore
Viverla
nell’incanto
della natura.